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Ieronymos II di Atene e di tutta la Grecia. |
Tra i primi frutti del Concilio c’è già l’accordo raggiunto tra il Patriarcato Ecumenico e la Chiesa ortodossa greca su un tema che creava tensione, ed era la giurisdizione sulle «nuove terre», cioè 36 diocesi (sulle 81 complessive) della Chiesa greca, che si trovano a settentrione, vennero a far parte dello stato greco dopo le guerre balcaniche e sono rappresentate da 6 dei 12 vescovi del Santo Sinodo. Si tratta dei territori dell’Epiro, della Macedonia, della Tracia e dell’Egeo. Mentre sono amministrate dalla Chiesa greca, sono sotto la giurisdizione spirituale del Patriarcato Ecumenico, ed è il patriarca ecumenico che ricordano nella liturgia (i nomi dei vescovi ricordati nella liturgia e l’ordine nel quale ciò viene fatto è un tema spinoso, sul quale nella lunga preparazione del Concilio non si era raggiunto un accordo sufficiente, e pertanto era stato espunto dall’agenda dei lavori). Questo assetto «ibrido» della giurisdizione canonica sulle «nuove terre» provocava quelle che sono state definite dai portavoce di entrambe le Chiese delle «nuvole» nelle relazioni.