di Niccolò Pesci*
M. Marzano, Papà, mamma e gender, UTET – De Agostini, Novara 2015, pp. 160, €
12,00.
È vero che si vuole insegnare ai bambini che possono scegliere il sesso che
preferiscono? Che cosa significa che d’ora in poi nelle scuole non si parlerà
più di padre o di madre, ma di «genitore 1» e «genitore 2»? Sono queste le
domande, allarmate, che circolano da tempo riguardo la «teoria del gender»: un
insieme di concetti complessi, spesso confusi, su cui è diventato difficile
formarsi un’opinione il più possibile obiettiva.
Michela Marzano, docente di filosofia all’Université Paris Descartes, con
questo volume si propone di fare chiarezza nella giungla delle diverse
interpretazioni che circondano l’argomento, perché «nominare in maniera
corretta le cose, diceva Albert Camus, è un modo per tentare di far diminuire
la sofferenza e il disordine che ci sono nel mondo». Attraverso la lettura e la
critica dei tanti documenti disponibili in rete, Marzano racconta la genesi del
concetto di «gender» e le sue mille sfaccettature, spiegando la differenza tra
identità e ruolo di genere, tra sesso e orientamento sessuale, tra
essenzialismo e costruttivismo, tentando di fissare alcuni termini e nozioni
all’interno di un campo che, come disse il card. Martini, è «oscuro, profondo,
magmatico, difficilmente definibile».
L’autrice sceglie d’affrontare di petto le polemiche e le controversie che,
oggi, infiammano il tema, schierandosi apertamente e non esitando a rievocare
episodi familiari, per spiegare «da dove si parla». Ed ecco allora la sua
famiglia, con i genitori «cattolici e meridionali», e il fratello Arturo, «che
è gay» e ha dovuto convivere per anni con un lacerante senso di colpa.
Un po’ saggio filosofico, un po’ pamphlet polemico: il libro oscilla fra
questi due poli, con una scrittura incandescente che piacerà sicuramente a
coloro che combattono le discriminazioni, ma che forse lascerà maggiormente
perplesso chi invece sperava in un volume sobrio, oggettivo, che affrontasse il
tema accantonando per un attimo i sentimenti e le passioni che agitano i
protagonisti del dibattito.
* L'articolo è apparso su Regno-att. 6,2016,165
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